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Cortisolo e Metabolismo: relazione complessa.

cortisolo e stress

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Introduzione al Cortisolo

Il cortisolo è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali in risposta all’ormone adrenocorticotropo (ACTH) rilasciato, a sua volta, dall’ipofisi anteriore.
Il cortisolo appartiene ai glucocorticoidi, ormoni sterioidei prodotti dalla corteccia del surrene, ed è essenziale nella regolazione di moltissimi processi fisiologici.
Tra le sue funzioni principali troviamo la modulazione della risposta immunitaria, il controllo della pressione sanguigna e, soprattutto, la regolazione del metabolismo del glucosio.
Come per molti altri ormoni anche i livelli di cortisolo seguono un ritmo circadiano naturale con un picco massimo nelle prime ore del mattino che precedono il risveglio e una progressiva diminuzione nel corso della giornata con livelli minimi durante la notte. Diversi fattori quali l’alimentazione, lo stress cronico, l’attività fisica e alcune condizioni patologiche possono però interferire con questo ritmo circadiano portando a squilibri nella secrezione di cortisolo che possono influenzare il metabolismo energetico e la composizione corporea.

Cortisolo e metabolismo: dal catabolismo proteico al metabolismo del glucosio

Cortisolo e metabolismo sono fortemente interconnessi in quanto il cortisolo ha effetti marcati su tre aspetti chiave del metabolismo:

  1. Il Catabolismo Proteico
  2. La Mobilitazione dei Grassi
  3. Il Metabolismo del Glucosio

Il catabolismo proteico è stimolato dal cortisolo che contribuisce alla degradazione delle proteine al fine di fornire amminoacidi necessari alla gluconeogenesi epatica. Questo processo avviene in particolare in risposta a situazioni di stress prolungato quando l’organismo richiede una maggiore disponibilità di glucosio per rispondere alla richiesta energetica. Questo può condurre, ovviamente, ad una perdita di massa muscolare specialmente in condizioni di ipercortisolemia cronica come accade nella Sindrome di Cushing (Ref). Questo meccanismo ha notevoli implicazioni nella gestione nutrizionale di pazienti con elevati livelli di cortisolo poichè il catabolismo proteico prolungato può, come detto, ridurre la massa magra con effetti negativi conseguenti sulla forza muscolare e sul metabolismo basale.

La Lipolisi e l’accumulo di grasso sono due facce della stessa medaglia relativamente all’azione del cortisolo. Sebbene infatti il cortisolo stimoli inizialmente la lipolisi mobilitando i trigliceridi del tessuto adiposo per fornire acidi grassi liberi, esso promuove anche l’accumulo di grasso in particolare nella regione addominale (Ref). L’eccesso dei livelli di cortisolo infatti è stato associato ad una maggiore adisposità viscerale che è una condizione particolarmente rilevante per il rischio cardiovascolare e per la sindrome metabolica (Ref). L’accumulo di grasso viscerale determina, come noto, il rilascio di citochine pro-infiammatorie come IL-6 e TNF-α che promuovono lo stato infiammatorio cronico tipico dell’obesità viscerale. Il tessuto adiposo viscerale, in effetti, si comporta in questi casi come un vero e proprio organo endocrino. Questo fenomeno aumenta la resistenza all’insulina e il rischio di sviluppare Diabete di Tipo 2.

Il cortisolo ha un impatto significativo sul Metabolismo del Glucosio. Esso infatti stimola la gluconeogenesi epatica aumentando la produzione di glucosio riducendo la sensibilità all’insulina nei tessuti periferici. Questo porta ad elevati livelli di glicemia che, se prolungati, possono contribuire anch’essi allo sviluppo di insulino-resistenza e diabete di tipo 2 (Ref). In situazioni di stress acuto il cortisolo aumenta la disponibilità di glucosio ma lo stress cronico e la produzione costantemente elevata di cortisolo possono sovraccaricare i meccanismi di regolazione del glucosio con conseguenze metaboliche negative. Una dieta ricca di fibre e a basso indice glicemico può certamente aiutare a mitigare questi effetti inducendo un migliore controllo della glicemia.

Squilibri del Cortisolo: cause e conseguenze

Una produzione in eccesso o in difetto di cortisolo può avere conseguenze rilevanti sulla salute metabolica e generale. Comprendere le cause e gli effetti di questi squilibri è fondamentale per i professionisti della nutrizione che gestiscono pazienti con disturbi metabolici o legati allo stress.

Nei pazienti con sindrome di Cushing ad esempio l’iperproduzione di cortisolo comporta un aumento significativo del grasso viscerale accompagnato da una perdita di massa muscolare, ipertensione e iperglicemia. In questi casi è sicuramente utile considerare anche l’utilizzo di alimenti con azione antinfiammatoria oltre che a basso carico glicemico al fine di contrastare l’effetto del cortisolo sulla glicemia e ridurre, di conseguenza, l’accumulo di grasso viscerale.

Ci sono poi condizioni in cui si verifica una ipoproduzione di cortisolo come nel caso della Sindrome di Addison che comporta una serie di problematiche metaboliche tra cui ipoglicemia, affaticamento, iperpigmentazione della cute e perdita di peso involontaria.
La riduzione del cortisolo inibisce la gluconeogenesi a partire dalle proteine causando fenomeni di ipoglicemia e debolezza diffusa. La causa scatenante è una atrofia della corteccia surrenalica probabilmente ad opera di processi autoimmuni. In questa malattia è fondamentale la regolazione dell’apporto di sodio che viene escreto in grandi quantità (al contrario del potassio che invece vede una diminuita escrezione) per ridotta produzione di Aldosterone.

Cortisolo, stress e alimentazione

Lo stress cronico è una delle principali cause di squilibri dei livelli di cortisolo e l’alimentazione ha un ruolo cruciale nel modulare questa risposta. E’ stato dimostrato che lo stress aumenta di molto l’assunzione di pasti molto dolci con zuccheri semplici raffinati e di grassi saturi. Questo avviene probabilmente per l’elevato potere gratificante di questi cibi (Ref). L’assunzione di questa tipologia di alimenti però può aumentare la produzione di cortisolo (Ref).
D’altra parte il livello di cortisolo aumenta, tramite le vie controregolatorie, anche in risposta all’ipoglicemia. Questo determina una fondamentale importanza della qualità dei carboidrati assunti nella dieta specie durante l’attività fisica che, di per se, può aumentare la produzione di cortisolo oltre che di ormoni iperglicemizzanti quali adrenalina e noradrenalina. E’ stato dimostrato, ad esempio, che l’assunzione durante lo sport di bevande contenenti maltodestrine non influisce sul livello del cortisolo pur mantenendo costante e regolare il valore glicemico (Ref, Ref).

Un composto chimico che influenza la produzione del cortisolo è il GABA (Acido  γ-Amminobutirrico) (Ref) Il GABA infatti riduce la secrezione dell’Ormone di Rilascio della Corticotropina (GRH) che innesca una serie di cambiamenti ormonali che portano alla riduzione della secrezione di cortisolo dalla corteccia surrenale. Il GABA è presente nei latticini fermentati, nei germogli di riso integrale, nell’orzo, nei fagioli (Ref, Ref).

Identicamente la Vitamina B6, B12, L’Acido Folico stimolano l’attività del sistema GABAergico determinando una riduzione della produzione di cortisolo.

effetto delle vitamine del gruppo B sui livelli di cortisolo
Le vitamine del gruppo B aumentano l’attività del sistema GABA-ergico diminuendo, di conseguenza, la produzione di cortisolo. Fonte: https://link.springer.com/article/10.1007/s00217-016-2772-3#ref-CR25

Una dieta ricca di nutrienti essenziali come Magnesio, Vitamina C e grassi sani può aiutare a modulare la risposta allo stress e a mantenere i livelli di cortisolo sotto controllo così come gli aimenti ricchi di magnesio quali verdure a foglia verde, noci e semi aiutano a ridurre la reattività allo stress.

Alcuni nutrienti specifici possono avere un impatto diretto sulla regolazione dei livelli di cortisolo circolante. Parliamo di:

  • Omega-3: gli acidi grassi omega-3 presenti prevalentemente in pesci grassi come salmone e sgombro hanno dimostrato di ridurre i livelli di cortisolo contrastando lo stato infiammatorio generale dell’organismo e migliorando la risposta allo stress (Ref).
  • Fibre: le fibre alimentari aiutano a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue prevenendo così picchi di cortisolo come risposta controregolatoria all’ipoglicemia e favorendo una risposta metabolica più equilibrata.
  • Probiotici: tutti conosciamo l’attenzione della comunità scientifica sempre crescente sulla connessione tra intestino e cervello. L’assunzione di probiotici sembrerebbe aiutare a ridurre lo stress e regolare i livelli di cortisolo attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (Ref).

Conclusioni

Il cortisolo è un ormone chiave nella regolazione del metabolismo e nella risposta allo stress ma un suo squilibrio può portare a serie consguenze sulla salute metabolica. Per i professionisti della nutrizione comprendere l’importanza di mantenere un equilibrio ormonale di cortisolo è fondamentale per formulare strategie nutrizionali efficaci. L’adozione di una dieta equilibrata, ricca di nutrienti che supportano la regolazione del cortisolo, combinata con tecniche di gestione dello stress può contribuire non poco a migliorare la salute metabolica e prevenire condizioni associate all’iper (o ipo) cortisolismo.

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